L’art. 1, comma 1, lett. c), DPCM 1.3.2020, in piena emergenza COVID-19, aveva sospeso lo svolgimento delle assemblee condominiali che, ora, pare si possano tenere in forza del Decreto Legge 16.5.2020 n. 33 che ha previsto la possibilità di tenere “riunioni” purché “si svolgono “garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Tra le riunioni, si ritiene che possano essere ricomprese le assemblee condominiali, anche se il dubbio permane in quanto in una Faq del Governo, alla domanda: Si possono tenere le assemblee condominiali, la risposta è stata: “No. Le assemblee del condominio sono vietate a meno che non si svolgano a distanza, assicurando il rispetto della normativa in materia di convocazione e delibera”.

Affinché un’assemblea sia tenuta “in sicurezza”, onde garantire il rispetto ispiratore della normativa, ovvero la tutela della salute, la stessa dovrà tenersi in un luogo che possa consentire a tutti i condomini di parteciparvi, restando seduti a distanza di almeno un metro, i partecipanti dovranno indossare la mascherina ed è ipotizzabile che l’amministratore richieda ai partecipanti di sottoscrivere un protocollo di comportamento e di igiene personale, dallo stesso redatto, anche al fine di essere mandato esente da responsabilità in caso di contagio.

La normativa di emergenza intervenuta in questo periodo non ha previsto norme ad hoc per il condominio non avendo, per esempio, previsto la possibilità che il voto venga espresso per corrispondenza (con il meccanismo del silenzio/assenso) o lo svolgimento delle assemblee in video conferenza. L’assenza di normativa specifica e i costi esorbitanti per la tenuta di un’assemblea in sicurezza sta portando ad un’inevitabile paralisi delle attività condominiali, al rinvio delle assemblee, con ripercussioni importanti a danno dei condomini.