Con Nota n. 89 del 13.4.2020 (che trovate nel link di seguito http://www.reteambiente.it/repository/normativa/37053_nota_inl_13_3_2020_89.pdf), l’Ispettorato Nazionale del Lavoro è intervenuto sulle richieste di chiarimenti in ordine agli adempimenti in materia di sicurezza e salute riconducibili all’emergenza Covid-19, sotto il profilo della valutazione dei rischi e dell’eventuale modifica del DVR.

L’Ispettorato del Lavoro, pur ritenendo a stretto rigore il datore di lavoro non tenuto all’aggiornamento del DVR nei casi in cui il rischio non sia riconducibile all’attività e ai cicli di lavorazione (rischio professionale), ne ha tuttavia consigliato l’aggiornamento, così da formalizzare l’attenzione posta dall’azienda al rischio di contagio, attraverso la creazione di un’appendice al Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

Questa integrazione dovrà attestare l’adozione di un piano di misure di carattere tecnico, organizzativo e procedurale finalizzato alla riduzione del rischio di contagio COVID-19.

Data la natura squisitamente medico-sanitaria, l’Ispettorato ha suggerito che le misure vengano individuate e attuate con il supporto del Medico competente oltre che con la consulenza del RSPP e con la consultazione del RLS.

 

Il documento, caldeggiato dai Ministeri competenti e la cui attuazione è favorita dal Governo, contiene linee guida condivise tra le Parti Sociali – tutt’ora attuali – per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio.

Il Protocollo riporta utili indicazioni e raccomandazioni per la prosecuzione e il riavvio delle attività delle imprese con riguardo, tra gli altri temi, a: i) modalità e contenuti dell’informazione da assicurare ai lavoratori e ai terzi che accedano all’azienda; ii) modalità di accesso all’azienda, differenziate per lavoratori, fornitori, clienti; iii) pulizia e sanificazione dell’azienda e precauzioni di igiene personale; iv) dispositivi di protezione individuale e modalità di utilizzo degli stessi; v) gestione degli spazi comuni e organizzazione aziendale; vi) modalità di gestione di persone “sintomatiche” in azienda.

Le indicazioni fornite dal Protocollo in materia di trattamento dei dati personali appaiono in linea con quanto raccomandato dal Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) nella successiva dichiarazione adottata in data 19.3.2020.

Il Protocollo integrale è consultabile all’indirizzo: http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/protocollo_condiviso_20200314.pdf

Con sentenza n. 509 delll’11.1.2018 la Cassazione torna ad affrontare il tema dell’abuso dei diritti da parte dei lavoratori e precisa che in tema di congedo parentale l’art. 32, comma 1, lett. b), del d.lgs. n. 151 del 2001, nel prevedere che il lavoratore possa astenersi dal lavoro nei primi otto anni di vita del figlio, percependo dall’ente previdenziale un’indennità commisurata ad una parte della retribuzione, configura un diritto potestativo che il padre-lavoratore può esercitare nei confronti del datore di lavoro, nonché dell’ente tenuto all’erogazione dell’indennità, onde garantire con la propria presenza il soddisfacimento dei bisogni affettivi del bambino e della sua esigenza di un pieno inserimento nella famiglia. Continua a leggere

Corte di Cassazione civile, Sezione Lav. 31 marzo 2017 n. 7179: vi è mera interposizione fittizia di manodopera e non appalto c.d. “endoaziendale” se l’appaltatore mette a disposizione del committente una prestazione lavorativa, senza che da parte sua vi sia una reale organizzazione della prestazione lavorativa finalizzata ad un risultato produttivo autonomo e senza l’assunzione di un rischio d’impresa relativo al servizio fornito. Continua a leggere

Con sentenza n. 25201 del 7.12.2016 la Cassazione torna ad affrontare il tema dei confini del giustificato motivo oggettivo di licenziamento, esaminando puntualmente i due contrastanti orientamenti formatisi all’interno della stessa Cassazione e aderendo – in aperto contrasto con la maggioritaria giurisprudenza che ritiene legittimo solo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo fondato sul riassetto organizzativo dell’azienda da ricondursi alla necessità di far fronte a situazioni sfavorevoli e perduranti, ovvero sulla necessità di far fronte a spese di carattere straordinario – al minoritario orientamento della stessa Cassazione secondo cui ““le ragioni inerenti l’attività produttiva di cui all’art. 3 della I. n. 604 del 1966 possono derivare anche “da riorganizzazioni o ristrutturazioni, quali ne siano le finalità e quindi comprese quelle dirette al risparmio dei costi o all’incremento dei profitti””. Continua a leggere

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza n. 4315 depositata il 20.2.2017, ha ritenuto legittimo il licenziamento di una dipendente che ha violato in maniera reiterata gli obblighi di diligenza e di correttezza, nell’esecuzione della prestazione lavorativa, anche se affetta da invalidità. Continua a leggere

Con sentenza n. 22798 del 9.11.2016 la Cassazione interviene ancora una volta sul tema del repechage, argomento “caldo” degli ultimi mesi in relazione al quale si registrano diverse pronunce, anche in contrasto tra loro, che, affrontando la problematica qui in esame sotto il profilo degli oneri di allegazione e prova, con sentenze che costituiscono un vero e proprio revirement (V. Cass. 5592/2016), addossano al datore di lavoro, sia l’onere di provare di non poter ricollocare il lavoratore in esubero, sia il relativo onere di allegazione. Continua a leggere

Ai fini dell’individuazione della soglia degli esuberi utile per la qualificazione di un licenziamento come “collettivo”, occorre conteggiare i licenziamenti avvenuti nella singola entità economica distinta in cui si prevede di effettuare i licenziamenti e non aver riguardo all’intera impresa interessata. E’ questo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia UE nella recente sentenza 30 aprile 2015 C-80/2014. Continua a leggere